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Per Aspera Ad Veritatem n.11
Morale e metodo nell'intelligence

Francesco Sidoti - Cacucci, Bari, 1998





La recentissima pubblicazione del Prof. Sidoti, esperto di criminologia e direttore con Ferdinando Imposimato dell'Osservatorio sui fenomeni criminali dell'Eurispes, si configura come esperienza pionieristica. Muove infatti in una direzione da sempre trascurata in Italia, quella dell'approfondimento della tematica dell'intelligence nella sua accezione più pura: attività di inter-legere, cioè di discernere.
A differenza del mondo anglosassone, dove un interesse da sempre vivo per questo tema ha stimolato una proficua produzione di scritti, in Italia soltanto di recente l'argomento va raccogliendo la curiosità e l'attenzione degli studiosi, in virtù di una crescente consapevolezza di come la metodologia della raccolta e dell'analisi di informazioni, inserita in un quadro strategico di obiettivi istituzionali, rappresenti la più preziosa e insostituibile risorsa per garantire la sicurezza nazionale, valore di primaria importanza per la collettività.
Il Prof. Sidoti, che la Rivista annovera tra i suoi collaboratori di maggiore prestigio, è uno degli interpreti di questo rinnovato interesse e, operando una netta distinzione tra l'attività d'intelligence e quella di spionaggio, tenta un recupero d'immagine della prima in senso etico-cognitivo.
In cinque capitoli densi di richiami storico-culturali, l'Autore suggerisce anche una ricetta rigorosa per minimizzare gli innegabili rischi connessi a tale attività. Si tratta, a suo avviso, di conferire priorità alle esigenze di ordine etico e metodologico, potendo così coniugare con successo sicurezza e legalità in un tempo in cui la domanda di sicurezza è in forte incremento ed impone nuove scelte.
Proprio in relazione ai progetti di riforma attualmente in via di elaborazione per un riordino del comparto dell'intelligence italiana, il Prof. Sidoti si esprime in termini di "occasione storica" anche se, sottolinea, non vi potrà essere un vero rinnovamento delle istituzioni senza un reale rinnovamento culturale. L'abitudine del sospetto e del dubbio deve rimanere nel passato e lasciare spazio ad organismi di intelligence più autonomi rispetto al potere politico, ma più controllati da istituzioni che non siano neutrali, ma che siano imparziali. I Servizi dovranno occuparsi della sicurezza con metodi "legali", che saranno legali perché "autorizzati" in nome di un valore superiore che è il bene comune.
Come si vede, tutti i fondamentali temi che ricadono nell'esperienza del settore informativo trovano un loro spazio di approfondimento in un quadro coerente e convincente. Se è vero, questione di cui siamo convinti, che la sfida del rinnovamento si gioca sul piano culturale e che la riforma di cui si parla costituisca la prima vera occasione storica - lasciata alle spalle la guerra fredda - di dare pieno vigore in Italia ad un sistema di intelligence per la sicurezza dello Stato, sono veramente essenziali i contributi, come quello del Prof. Sidoti, che attraverso il pluralismo culturale e la ricerca, possono costituire il necessario background per il processo in atto.
Conclusivamente, l'Autore auspica anche un recupero dell'immagine per gli operatori del settore. Secondo la migliore tradizione anglosassone, la centralità di valori quali la lealtà e l'onestà costituisce un indubbio parametro di riferimento. Vanno cioè scongiurate tutte quelle eventuali inadeguatezze di ordine etico e metodologico sulle quali possono innescarsi processi degenerativi, tanto più possibili e tanto più dannosi nell'era della rivoluzione delle informazioni dove il discernere il vero dal falso diviene sempre più difficile.
Anche in questo caso, a ben vedere, il problema è la crescita del livello della cultura istituzionale, sul quale il libro del Prof. Sidoti ha il grande pregio di offrire intelligenti e documentati spunti di riflessione.



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